W LA FIKA

W la fika. L’immagine rappresenta una diavola in una posa dinamica ed espressiva. Il corpo è interamente rosa acceso, con tratti neri marcati che delineano i dettagli. Ha due corna lunghe e segmentate che sporgono dalla testa, occhi decorati da ciglia esagerate e tratti che ricordano una creatura ibrida.
Le gambe sono in una posa ginnica, con una estesa verticalità e un senso di movimento accentuato.
Sotto la diavola compare la scritta “W LA FIKA”, in caratteri neri irregolari. Lo sfondo è di un rosa chiaro uniforme, che contrasta con il soggetto principale.
L’immagine trasuda potenza, ironia e un senso di ribellione. La figura vuole essere icona queer, mitologica e sovversiva. Il corpo si espone in una celebrazione sfrontata della sessualità, della corporeità e del piacere, senza alcuna concessione alla normatività.
La frase “W LA FIKA” è un manifesto che ribalta il senso di vergogna che spesso viene imposto ai corpi femminili e alle loro sessualità. Qui “la fika” non è oggetto di desiderio altrui: è protagonista, è in movimento, è rivendicazione.
L’uso del colore rosa è un atto di riappropriazione: un colore storicamente associato alla femminilità tradizionale, qui viene, esasperato. Il contrasto tra la delicatezza dello sfondo e la sfrontatezza della posa crea un cortocircuito visivo che rende l’immagine ancora più potente. In definitiva, questa illustrazione non è solo una provocazione, è un atto di libertà visiva e politica.